Dal carretto al go-kart: il progetto di un gruppo di 14enni
Il racconto di come ho passato la mia gioventù acquisendo una vasta esperienza pratica in meccanica e motori.
Gioventù
Sono sempre stato appassionato di motorsport, una passione che ho in parte ereditato da mio padre, il quale mi portava ad alcuni eventi di rally quando avevo 8 anni. Questa passione è cresciuta molto grazie a uno dei miei migliori amici, Michele, che è sempre stato molto appassionato di motorsport.
Ricordo che eravamo a un campo estivo nel mio paesino quando portai a Michele carta e penna, chiedendogli: “Mi fai vedere come funziona il motore di una motosega, per favore?”.
Molti anni dopo, all’età di 14 anni e nel pieno dell’era degli scooter (più comunemente chiamati ciclomotori), quella passione esplose. I miei genitori mi acquistarono un Beta Ark 50cc usato, a cui fu cambiata la marmitta ancor prima di arrivare a casa, sempre grazie a Michele.
Iniziammo a trovarci regolarmente nei pomeriggi e passavamo intere giornate estive in una piccola contrada chiamata Castellani, dove Michele e Nicola (che ora è il mio testimone di matrimonio) abitavano all’epoca. Avevano entrambi diverse motociclette e altri mezzi, oltre a garage ben attrezzati. Anche Silvio e Giulio facevano parte del gruppo, e credo davvero che questo gruppo di cinque migliori amici sia stato il punto di partenza di un team meraviglioso.
Ricordo di aver passato un sacco di tempo a sistemare (e rompere) i nostri scooter e la Piaggio Ape di Silvio (che rimane un mezzo straordinario). Abbiamo imparato come quei motori funzionano mettendoci le mani e lavorandoci sopra, e credo che questa sia una parte molto importante:
Abbiamo imparato facendo; nessuno ci ha insegnato come fare.
Ovviamente i nostri pomeriggi non erano spesi solo nel mondo della meccanica, e non eravamo solo un gruppo di cinque amici. C’erano altre persone con noi, e avevamo anche un ritmo intenso in termini di feste fatte insieme, ma questa è tutta un’altra storia.
Il progetto del go-kart
È difficile ricordare esattamente com’è iniziato tutto, ma penso che l’idea sia nata nell’estate del 2011 quando mio nonno mi ha regalato un vecchio motore di una Piaggio Vespa (per chi non lo sapesse, in Italia, quando le Vespe erano economiche, molte di esse venivano demolite e i loro motori venivano usati per creare dei verricelli fatti in casa). Quel giorno eravamo io e Silvio. Si diceva che quel motore fosse 125cc o 150cc; ad oggi ancora non lo sappiamo, ma questo mistero aggiunge un tocco di magia alla storia.
Dopo aver portato il motore ai Castellani, da casa di Nicola comparve un carretto del fieno. Qui ebbe inizio la magia.
Il motore della Vespa montato nel telaio del carretto
Abbiamo messo il motore al centro del carretto e iniziato a sparare idee su come trasformare quei due pezzi in un go-kart fatto in casa. È importante tenere a mente che all’epoca avevamo tutti 14 anni e non avevamo un briciolo di esperienza su un progetto di questo tipo. Il design era molto banale, mai messo su carta, ma creato man mano che i pezzi venivano assemblati.
Altri pezzi fondamentali arrivarono come regalo da mio nonno, provenienti da una vecchia Fiat 500: il sedile, la scatola dello sterzo e il volante. Il nostro sogno iniziava così a prendere forma.
Il sedile della Fiat 500 posizionato e il kart che inizia a prendere forma
L’abilità principale richiesta per questo progetto (oltre ovviamente a tanta passione e creatività, doti indispensabili) era la saldatura, e nessuno di noi era molto ferrato sulla cosa. Il padre di Michele ci mostrava le basi, ma c’è un dettaglio che mi ha sempre affascinato: un giorno Roberto, un nostro caro amico che abitava ai Castellani, disse: “Se temprata con l’olio, la saldatura sarà più elastica; se temprata con l’acqua, la saldatura sarà più rigida”. Questo piccolo consiglio era (ed è tutt’ora) per me qualcosa come un assioma, e la cosa mi fa sempre sorridere.
Durante quell’estate, Michele, Giulio e Silvio andarono per qualche settimana in vacanza in Puglia, e questo significava dover mettere in pausa il nostro progetto. Fu una fortuna, perché il padre di Michele, decisamente più abile di noi nelle tecniche di saldatura, rinforzò la struttura dove era necessario, probabilmente prevenendo diverse rotture (come successe alle ruote al primo test; il kart si arenò per terra come fosse incredibilmente stanco).
Eravamo molto giovani e, come descritto sopra, non c’era un piano scritto da seguire; tutto veniva deciso e fatto al momento. Le misure venivano prese sul posto: qualcuno si sedeva nel sedile e pezzi di metallo venivano saldati o tagliati nelle giuste dimensioni. Diciamo che è un concetto semplice di ergonomia.
Eravamo consapevoli dei rischi e siamo stati fortunati che non successe mai nulla di grave; però voi non provatelo a casa.
Test del kart
Eravamo molto ansiosi dei risultati, e il garage non veniva quasi mai sistemato, se non poco prima di salutarci. Ci sono stati giorni in cui abbiamo pranzato e cenato a casa di Michele o di Nicola (e colgo l’occasione per ringraziare loro e le loro famiglie per l’ospitalità e la pazienza che hanno avuto verso di noi in quel periodo), quindi erano giornate di pieno lavoro con poche e brevi pause.
Spesso, dopo cena, ci raggiungevano altri amici, sempre ai Castellani, per guardare un film insieme, festeggiare la giornata o semplicemente passare la serata in compagnia.
Erano veramente i bei vecchi tempi.
Giacomo, il fratello di Michele, e Andrea, il fratello di Nicola, erano sempre con noi. Abbiamo passato molto tempo insieme, ma essendo più giovani di cinque anni, non potevano offrire grande supporto tecnico, ma tanto divertimento e ottima compagnia.
Dettagli tecnici
Trasformare i controlli del motore della Vespa per funzionare sulla struttura del kart è stata un’operazione affascinante: l’acceleratore, il freno e la frizione sono stati facilmente adattati in dei pedali come quelli delle auto, mentre il cambio è diventato simil-sequenziale tramite una leva. Il controllo dell’aria manuale è stato fissato vicino al sedile ed è usato sia per l’accensione che per lo spegnimento (povero motore…).
I pedali nella parte anteriore, cambio, aria manuale e ruote "anti-ribaltamento" sui lati
Da notare quel pomello del cambio in legno, come le modanature delle migliori Maybach.
Come si può notare dalle foto sopra, il motore è montato nella stessa posizione della Vespa originale, cioè leggermente decentrato. Questo è diventato un problema quando ci siamo accorti che il baricentro del kart non era ben bilanciato, rendendo le curve a sinistra diverse da quelle a destra e rischiando ribaltamenti. Per risolvere questo problema abbiamo messo in atto la soluzione più semplice: aggiungere due ruote più piccole su entrambi i lati! Inoltre fu installato un roll bar attorno al sedile, che ci ha salvato in diverse situazioni.
Il telaio a nudo durante una delle ultime ricolorazioni con alcuni di noi
La sospensione posteriore assicurava che la struttura potesse resistere a dossi e buche della strada; anche questa derivava da una Vespa.
Test sul campo
Il campo dove abbiamo testato il kart e in cui ci siamo divertiti molto era letteralmente un campo. Ai Castellani c’è un grande prato verde privato di fronte alla casa di Nicola, che si prestava perfettamente per le nostre avventure.
È ora più chiaro il perché delle sospensioni?
Abbiamo girato intorno a quel campo molte volte, dandoci il cambio ogni 1 o 2 giri, e grazie a questo penso siamo diventati pratici con i controlli dell’auto molto prima di iniziare la scuola guida (ben quattro anni in anticipo).
Carnevale 2013
Nel nostro paesino si teneva la tradizionale sfilata di Carnevale nel centro, e in quell’anno decidemmo di partecipare con il nostro gruppo di amici, il nostro kart e alcune motociclette. Il titolo del nostro gruppo era “Donne e motori, gioie e dolori”.
Cosa ci ha lasciato questa esperienza
Come prima cosa e più importante, si è creato un bellissimo gruppo di persone, e le nostre amicizie si sono fortemente saldate durante questa esperienza. Questo è il miglior risultato che abbiamo ottenuto. Ci incontriamo ancora molto spesso (alcuni di noi abitano distanti da casa, ma facciamo del nostro meglio). Personalmente, considero Michele, Nicola, Giulio e Silvio come i miei migliori amici.
Come seconda cosa, abbiamo imparato moltissime tecniche e affinato le nostre abilità nel fai-da-te (per quanto fosse possibile a 14 anni). Alcuni di noi ora lavorano nell’industria meccanica, e sono fermamente convinto che siano i migliori sul campo, non solo per le loro abilità, ma per la passione che mettono nel loro lavoro.
Siamo stati incredibilmente fortunati di esserci incontrati in un posto dove questo tipo di esperienze era possibile. Ad oggi, queste opportunità sembrano essere limitate, con meno esperienze all’aria aperta e vicini meno accoglienti. In ogni caso, vorrei incoraggiare ogni giovane a mettere la propria creatività prima del comfort, e a sperimentare - in un ambiente sicuro - creando esperienze di valore.
L’articolo si conclude con la foto dell’ultima versione del kart, impreziosito da una spugna sul roll bar, il sedile di una Fiat Uno, una cintura a 5 punti e una piccola chicca: una action-cam fai-da-te montata sopra.